Francesco Zavatta (1986, Rimini – RN)
Vive e lavora vicino a Milano.
Nel 2004 si trasferisce a Firenze per frequentare l’Accademia di Belle Arti. Lì, nel 2008, espone la prima mostra RIMINIRIMINI, oli su tela di grandi dimensioni e colori decisi e pastosi con a tema la trasparenza e i riflessi dell’acqua, che sono all’origine della sua ricerca artistica e ne diventano la cifra stilistica. Nel 2009 parte per Venezia, per la specializzazione in pittura all’Accademia di Belle Arti. Nel frattempo, grazie alla collaborazione con la Casa d’Arte San Lorenzo le sue opere pittoriche sui riflessi del mare, sulla darsena di Rimini e sulla laguna veneziana si collocano in diverse collezioni private in tutta Italia.
Finisce gli studi e nel 2012 decide di spostarsi a Milano: il capoluogo lombardo è la prima città che entra come soggetto nelle sue tele. Rimane affascinato dai fili del tram, che solcano il cielo, dal nuovo skyline della zona di porta Garibaldi e dal Duomo. Davanti alla sfida del paesaggio urbano la sua pittura diventa meno materica, più dinamica e sciolta. Ricoprono una nuova importanza i lavori a tecnica mista su carta (china, pastelli, acrilici), proprio perché permettono e allenano un gesto veloce, deciso, dinamico. Progressivamente la tavola cromatica si arricchisce, e i cieli milanesi diventano grondanti di colore, come fossero distese d’acqua.
Francesco Zavatta presenta le nuove opere su Milano nel 2014, nella personale SQUARCI, presso lo Spazio Lumera, inaugurata alla presenza di Elio Fiorucci e Susanna Pagani. È proprio Fiorucci a scrivere, a proposito delle opere dell’artista, parole di grande profondità: ”Io credo che un artista abbia dentro di sé il desiderio che la propria opera possa essere capita, che il suo linguaggio possa essere compreso. E in questo caso mi sembra che siamo molto, molto avanti. Io dai suoi quadri è come se vedessi le immagini che trasmettono i ricordi della mia vita, è un bellissimo connubio tra i miei ricordi e quello che lui guarda. Questa comunione è ciò che commuove chi guarda i suoi quadri”.
Nel 2015 inaugura la mostra ERA LÌ AD ASPETTARCI, presso la Galleria Civica di Seregno, presentata da Giovanni Gazzaneo e Elio Fiorucci. Nell’esposizione sono presenti opere sulla città e anche i primi lavori sulle montagne e sulla figura umana. Nel testo che accompagna il catalogo dell’esposizione il prof. Gazzaneo evidenzia come nelle opere di Zavatta “tutto comincia con una colatura, un fluire come da una sorgente o da una ferita”, mostrando di aver intuito il punto sorgivo del gesto pittorico dell’artista.
Dopo il lavoro sulla città Francesco Zavatta decide di ritornare a dipingere l’acqua, con una consapevolezza e ricchezza cromatica chiaramente diversa dagli esordi: nasce così la grande mostra del 2016, LINEA D’ORIZZONTE, presso Augeo a Rimini. Il titolo della mostra è tratto da un contributo del professor Philippe Daverio, che in poche battute coglie un aspetto decisivo della ricerca umana e pittorica dell’artista, dicendo che “Francesco Zavatta è proprio di Rimini, perché a Rimini hanno tutti una grande tensione alla linea d’orizzonte del sole nascente”.
Nel 2018 ci sono due importanti mostre collettive: a Rimini SIRONI E IL CONTEMPORANEO, in Augeo Art Space, e a Milano URBANITÀ LIQUIDA, a cura di Maurizio Cucchi, alla Galleria Previtali. Nel 2019 presenta un nuovo ciclo tematico (il tema delle linee nei parcheggi, negli aeroporti e nelle stazioni) nella personale OPEN SPACE, curata da Giuseppe Frangi al Museo di Palazzo Marliani Cicogna di Busto Arsizio. Come afferma Giuseppe Frangi nel testo di presentazione, si tratta di opere “il cui ordine è incardinato sulla semplicità ed essenzialità di una linea; una linea che non è proiezione astratta o mentale, ma ha sempre la concretezza determinata dallo spazio che ogni volta attraversa, o meglio, che ogni volta essa stessa spalanca”. Nell’ottobre 2020 con la mostra BACKUP vengono esposte a Rimini le opere nuove sulla serie ATTRACCHI, iniziate durante l’emergenza sanitaria di febbraio. Il testo critico di Milena Becci evidenzia il punto fondamentale di questa nuova serie, sottolineando come “Cielo e mare accolgono le linee, fragili e potenti allo stesso tempo, costruite dall’uomo che sente la necessità di avere punti di riferimento sparsi nell’ambiente che abita. Dal territorio urbano ai mari, con sfaccettature diverse, in Zavatta ricorre la relazione con la vastità dello spazio, verso l’alto o giù in profondità, in cui vari segmenti risiedono”. Nel mese di novembre 2021 si attua un progetto in collaborazione con The Brian&Barry Building, a Milano: per un mese intero, al secondo piano del palazzo, l’artista non espone semplicemente alcune opere su Milano, ma realizza un vero e proprio temporary studio, ovvero uno spazio dove dipinge e lavora, come fosse il suo studio. Questo stesso set-up viene poi riproposto nell’esposizione FILI – L’ARTISTA TESSE L’IMPATTO DI UN ATTIMO, presso l’Università degli Studi di Milano, nel 2022.
Philippe Daverio, Tensione alla linea, 2016